Pochi esseri viventi al mondo possono dire di aver visto più cose dell’equiseto. Questa piccola pianta popola la Terra da milioni di anni, e si pensa che 400 milioni di anni fa sul nostro pianeta ci fossero equiseti alti quanto alberi, i cui resti furono una buona parte del carbone fossile nel sottosuolo. Il suo deriva da “Equus” (cavallo) e “Saeta” (crine), ed è infatti di uso comune chiamarla “coda di cavallo”. L’equiseto è una pianta molto comune, vive e prospera vicino ai ruscelli, dove cresce per gran parte dell’anno. Il suo utilizzo è dovuto alla forte presenza di minerali, soprattutto silice, che ha un’azione benefica sul tessuto osseo, e per la dentizione di unghie e capelli. Ma la sua proprietà più importante è quella diuretica. E’ stato infatti dimostrato che gli effetti diuretici dell’equiseto sono paragonabili a quelli dell’ idroclorotiazide, uno dei diuretici di sintesi più diffusi. La presenza di questi minerali consente infine di realizzare tramite l’uso delle foglie un potente anticrittogamico, dato che la silice rinforza i tessuti delle piante rendendole meno sensibili agli attacchi di muffe e funghi.